martedì 8 gennaio 2008

Bertone: E fu' la lite senza fine.. Licenziata la figlia!

Dieci del mattino. Gli operai della Bertone sono riuniti nella mensa aziendale. Si erano presentati alle 7,30 per rientrare in fabbrica. Niente da fare: sono stati messi in libertà, visto la produzione è ferma, a carico dell’azienda finché non sarà prorogata la cassa integrazione, scaduta il 31 dicembre. Anche Barbara Bertone è arrivata da un pezzo. Ma ha trovato una sorpresa: «Impossibile collegarsi alla rete aziendale». Ordine di sua madre Lilli.

Spunta Vincenzo Tutino, il direttore del personale. E legge un comunicato dell’azienda che annuncia la sua «sospensione cautelativa con effetto immediato assunta per il grave comportamento, in deciso conflitto di interessi e in aperto contrasto con le strategie di rilancio industriale intraprese dalla presidenza». Pochi minuti per servire l’ennesimo colpo di scena della saga familiare: il benservito a Barbara Bertone. Ci pensa lo stesso Tutino ad accompagnarla alla porta. «Le concedo cinque minuti per prendere le sue cose».

Un nuovo capitolo nella faida che contrappone la signora Bertone alle sue due figlie. «Ancora una volta si utilizzano i rapporti di lavoro per regolare le pendenze tra gli azionisti», spiega il segretario provinciale della Fiom Giorgio Airaudo. «Una vendetta dopo la diffida inoltrata domenica dal mio legale», commenta Barbara Bertone. «Qui ormai si gioca a sparare nel mucchio, perdendo di vista il problema reale, che resta irrisolto». Difficile immaginare come si potrà risolvere, il nodo Bertone, ora che la «frattura tra gli azionisti è definitivamente insanabile. Quando mia madre dichiara guerra non si ferma davanti a nulla nemmeno di fronte a sedici anni trascorsi in quell’ufficio dal quale sono stata cacciata in cinque minuti».

Probabile che, nei prossimi giorni, la parola passi agli avvocati. Barbara Bertone intende reagire. Ha pronta un’azione legale contro la sospensione senza «giusta causa» dal ruolo di direttore generale, un’altra contro la revoca delle procure. La terza dovrebbe essere la logica conseguenza della nota inviata domenica, in cui si diffidava Lilli Bertone dall’«assumere alcuna iniziativa nei confronti della società NuBe perché priva di ogni potere decisionale».

Si attende ora l’incontro di domani, quando Reviglio dovrebbe illustrare il suo piano a istituzioni e sindacati. Il finanziere si tiene in disparte. Dal suo entourage si limitano a confermare che la trattativa procede, poiché Lilli Bertone ha dimostrato di avere in mano la maggioranza della proprietà.

Ma i dubbi restano: «A nome di chi parlerà Reviglio? - si chiede Airaudo -. E in virtù di un’opzione d’acquisto valida oppure no?». Interrogativi che forse domani troveranno qualche risposta. Nel frattempo Gianmario Rossignolo, l’acquirente disarcionato a Capodanno, resta in attesa degli eventi. «Mi muoverò quando in famiglia si saranno definitivamente chiariti. Di questo passo vedo soltanto un baratro fallimentare oppure percorsi infausti che hanno interessi diversi da quelli industriali». All’incontro convocato in Regione Barbara Bertone non ci sarà. «Voglio evitare sceneggiate».
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