Momenti decisivi. Sotto uno a zero, i nostri trovano immediatamente la forza di reagire, aumentando il ritmo e sfruttando i tanti errori avversari. Quando è il momento di chiudere, però, l'Italia si ritrova anche senza Cernic (problema ad un ginocchio), con Cisolla che fatica nel ruolo di opposto e con la ricezione che soffre paurosamente. Il tie break, purtroppo, conferma le difficoltà, mostrando una Spagna di nuovo concreta e determinata.
Un peccato, considerando che nel secondo e nel terzo set in campo si vede davvero una bella Italia. Coscione smarca bene i suoi, Zlatanov mostra il meglio del suo repertorio e Mastrangelo torna ad essere il padrone del muro. Quel che è certo è che i ragazzi di Anastasi non sono baciati dalla fortuna: l'infortunio di Cernic all'inizio del terzo parziale è una tegola durissima. Martino ha talento da vendere, ma un'esperienza tutta da farsi. L'equilibrio in seconda linea dei nostri, senza il goriziano, subisce più di un danno. Per una squadra che già doveva rinunciare a Fei, Tencati, Meoni e Perazzolo è stato veramente troppo. «Con Cernic in campo non avremmo mai perso - dichiara Anastasi - con la sua uscita sono saltati quegli equilibri che avevamo faticosamente costruito in questi giorni. Sono rammaricato soprattutto per i giocatori, che hanno affrontato questi problemi con la massima disponibilità ed hanno giocato una buona partita, mostrando l'atteggiamento giusto». A questo punto la strada per Pechino è durissima e i destini azzurri sono nelle mani di altri. Per continuare a cullare il sogno olimpico è rimasta una sola possibilità. In Turchia deve vincere una tra Polonia, Spagna e Serbia affinché si liberi un posto per uno dei tornei intercontinentali di qualificazione in programma a maggio. Neppure allora sarebbe una passeggiata ma si deve sperare fino all'ultimo pallone.
mercoledì 9 gennaio 2008
L'italia a Pechino
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