domenica 20 gennaio 2008

Eletto il nuovo papa nero

Il «conclave» dei gesuiti ha eletto il «papa nero», il nuovo preposito generale della Compagnia fondata da Sant’Ignazio di Loyola, l’ordine religioso più numeroso della Chiesa cattolica: è padre Adolfo Nicolás, 71 anni, di origini spagnole, che ha trascorso quasi tutta la sua vita in Oriente ed è stato designato alla seconda votazione.
Proprio come spesso accade nel vero conclave, quello che elegge il Pontefice, anche in questo caso la nomina è stata una sorpresa: nessuno dei candidati dati per favoriti per la successione al dimissionario Peter-Hans Kolvenbach è stato eletto. A differenza del conclave vero, per la nomina del generale dei gesuiti basta un quorum a maggioranza assoluta (mentre per il Papa servono i due terzi). La similitudine con il papato era data fino ad oggi dal fatto che il generale della Compagnia viene eletto a vita, proprio come il vescovo di Roma. Ma la scelta di Kolvenbach di lasciare per motivi legati all’età e alla salute costituisce un precedente importante.
Nicolás, designato poco dopo mezzogiorno dai 217 delegati partecipanti alla 35ª Congregazione generale è il ventinovesimo successore di Sant’Ignazio. Viene descritto come una persona amabile e il suo curriculum è quello tipico del gesuita esperto nell’ambito del governo, della formazione dei novizi, dell’insegnamento teologico. Nato a Palencia, in Spagna, si è laureato il filosofia, poi ha studiato teologia a Tokyo, dov’è stato ordinato sacerdote, ha ottenuto un master alla Gregoriana di Roma, ha diretto lo «Scolasticato» dove si formano i gesuiti nella capitale giapponese, ed è stato provinciale del Giappone e infine moderatore della conferenza gesuita dell’Asia orientale e Oceania. Decisiva è la sua provenienza: anche se occidentale per nascita, il nuovo generale guarda all’Oriente.
L’esperienza di padre Nicolás sta dunque a indicare l’attenzione dei gesuiti per l’Asia, da dove ormai provengono la metà delle vocazioni dell’ordine, terra di frontiera per il cattolicesimo nel confronto con le altre religioni.


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