lunedì 14 gennaio 2008

Festival della scienza

La Terza edizione del Festival delle Scienze, in programma a Roma dal 14 al 20 gennaio, si occuperà, quest’anno, di tematiche legate all’ambiente per rispondere alle sfide ecologiche che i cambiamenti climatici, occorsi nel 2007, hanno reso di vitale importanza per la sostenibilità del Pianeta. L’iniziativa, sostenuta dall’Enel, rientra nell’ambito del programma Energiaper, un contenitore che comprende attività di sostegno per la ricerca e l’innovazione in Italia e all’estero. Non a caso “coScienza globale” è il sottotitolo della rassegna che converge pienamente con l’apertura dell’ “Anno internazionale del Pianeta Terra” proclamato dalle Nazioni Unite.
“Questa edizione del Festival - ha infatti spiegato Vittorio Bo, direttore artistico della manifestazione - nasce con un programma fortemente animato da un impegno civile e politico. Si affronteranno in concreto i grandi temi dell'ambiente, delle risorse, delle povertà, dell'energia. Si discuterà del ruolo della scienza, dei suoi limiti e delle sue risposte alla soluzione dei problemi”.

E, per sciogliere i nodi che strozzano il Pianeta, all’Auditorium Parco della Musica si riuniranno alcuni tra i più autorevoli “cervelli” nel campo della scienza, della filosofia, dell’economia, e della politologia con l’intento di creare una “tavola rotonda” che comprenda anche esponenti dell'Africa, del Medio Oriente, del mondo asiatico e dell’America Latina. Sarà infatti l’indiano Rajendra Pachauri, premio Nobel per la Pace 2007 in qualità di presidente del IPCC, Panel Intergovernativo per i mutamenti climatici, l’atteso ospite, oggi, lunedì 14 gennaio, in occasione della prima conferenza del Festival sul “clima e lo stato del Pianeta”, introdotta da Vittorio Bo con la partecipazione del sindaco di Roma, Walter Veltroni.

Lo scenario prospettato da Pachauri alla cerimonia di consegna del Nobel fotografa una situazione allarmante che nei prossimi 12 anni potrebbe volgersi in catastrofe. L’effetto serra, secondo lo scienziato indiano, irreparabili conseguenze sull'acqua potabile, sull’alimentazione, sulle condizioni sanitarie, sulle risorse ecologiche minando la sicurezza di vita del genere umano. 250 milioni di africani si troveranno, infatti, nella condizione di dover migrare alla ricerca di acqua. Come è facile immaginare, questo spostamento di massa provocherà un terremoto nei già delicati equilibri internazionali. È compito dei leader politici trovare una soluzione globale poiché, come ha ricordato Pachauri, il problema non riguarda l’etica, di cui il politico spesso è sprovvisto, ma si inserisce in una più pericolosa dimensione sociale e politica.

Giovedì 17 gennaio toccherà invece a Sidney Altman, premio Nobel per la chimica 1989, affrontare l’annosa questione del ruolo degli scienziati nella società. O meglio come la divulgazione delle loro scoperte corra il rischio di essere manipolata dall’uomo alla stregue dell’abusato darwinismo. Gli uomini di scienza saranno dunque catalogati come “stregoni” al servizio di una tribù, nell’interesse cioè di una parte ristretta del genere umano che sappia appropriarsi illegittimamente di un’idea.
Il 18 gennaio, invece, il premio Nobel per la fisica 1997, Steven Chu, dal 2004 direttore del Lawrence Berkeley National Laboratory, tratterà “Il problema energetico: cosa possiamo fare” partendo dalla previsione della fine delle risorse petrolifere da qui alla fine del secolo. Certo, il carbone sarà disponibile ancora per centinaia di anni ma, proprio una proliferazione degli impianti convenzionali a carbone, sarà la causa di un ulteriore innalzamento dell’emissione di gas nocivi, quali l’anidride carbonica, provocando a catena l’aumento dell’effetto serra e l’intensificazione del riscaldamento globale. La necessità di investire in sorgenti energetiche sostenibili sembra dunque l’unica strada percorribile per salvare la Terra dalla sua caduta.

Per finire, Richard Ernst, premio Wolf e Nobel per la chimica 1991, parlerà, sabato 19 gennaio, della responsabilità degli scienziati nella formulazione di strategie globali contro le tendenze irresponsabili che sembrano informare le scelte degli ultimi decenni.
Una “fabbrica della cultura” come ha sostenuto Gianni Borgna, presidente di “Musica per Roma” a cui parteciperanno oltre 60 “cervelli” , energia inesauribile per un’energia sostenibile.
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